"Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme!"

Lectio Divina: 16 Aprile 2018

Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo
e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra;

Così ogni mia parola
non ritornerà a me
senza operare quanto desidero, senza aver compiuto
ciò per cui l’avevo mandata.
Ogni mia parola, ogni mia parola.

⇒Lettura biblica

11“Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. (Gv 10,11-18)1

⇒Che cosa dice il testo biblico in sé?

  • Gv 10,1-21: ci mostra Gesù come porta e pastore. Vi è una parabola (vv. 1-6) e Gesù viene identificato come la porta (vv. 7-10) e come buon pastore (vv. 11-21). Consigliabile leggere integralmente il brano (10,1-21)
  • vv. 10,11-18: la parabola del pastore e del gregge ricorda Lc 15,3-7 e Mt 18,12-14. Ma in Giovanni l’interesse si rivolge al Cristo pastore contrapposto al bandito (v. 1) e all’estraneo (v. 5). È il vero e buon pastore perché rischia la vita per proteggere le pecore e mantiene con loro un rapporto di conoscenza2 unico perché radicato (come il Padre conosce me) nella propria conoscenza del Padre.
  • La parabola rimanda chiaramente alla morte di Gesù: «offro la vita per le pecore» (Gv 10,15)3; la preposizione è la stessa che in Mc 14,24 (il mio sangue versato per molti) e in Lc 22,19 (il mio corpo che è dato per voi). Gesù non abbandona le sue pecore (Gv 14,18; 10,28; 11,52).
  • A partire dal v. 16 si va oltre la situazione storica di Gesù per includere i credenti che verranno dal mondo pagano e che, mediante la parola dei discepoli, crederanno in lui (17,20- 21). L’unità sperata viene data nella morte di Gesù (11,51-52) e si radica nell’unità esistente tra il Padre e il Figlio.
  • Dal v. 17, Gesù esprime la sua intimità con il Padre, nella quale la sua vita e la sua morte prendono senso:
    il Padre
    mi ama:
    perché io offro la mia vita,
    per poi riprenderla di nuovo.
    Nessuno me la toglie,
    ma la offro da me stesso,
    poiché ho il potere di offrirla
    e il potere di riprenderla di nuovo.
    Questo comando ho ricevuto
    dal Padre mio

    Posto al principio e alla fine il Padre appare come l’origine e la fine dell’attività di Gesù. Tutto viene da lui: il comando non è altro che l’espressione dell’amore. La morte è un atto libero nel quale il Cristo adempie il comando d’amore del Padre. Gesù resta padrone anche nell’istante che viene privato della vita perché compie ciò che Dio, nel suo amore, ha voluto per apportare la vita agli uomini. Giovanni ci prepara a leggere la passione di Gesù come il compimento volontario del progetto del Padre.
  • Riferimenti: Ez 34; Ger 23,1-4; Sal 23; Gv 21,15-19; Zc 11,17; Mt 11,25-27; Ger 31,10; Ef 2,14s; Ef 4,4-6; Gv 5,25; Gv 18,37; Ez 37,20-22; Mi 2,13; Gv 3,34-35; Gv 8,28-29.
  • IV Domenica di Pasqua (B): At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Canto al Vangelo (Gv 10,14); Gv 10,11-18.

⇒Nella preghiera cerca di capire cosa, il Signore, vuole dirti con questo testo biblico.
⇒Sempre nella preghiera cerca di capire come rispondere concretamente a ciò che il Signore ti ha richiesto.
⇒Quindi godi della presenza del Signore.

Preghiere finali

Padre nostro

Regina coeli, laetare, alleluia.
Quia quem meruisti portare, alleluia.
Resurrexit, sicut dixit, alleluia.
Ora pro nobis Deum, alleluia.

Regina del cielo, rallegrati, alleluia.
Gesù, che tu hai portato nel seno, alleluia,
è risorto, come ha detto, alleluia.
prega per noi Dio, alleluia.


Per chi desidera approfondire la Lectio è possible scaricare il testo in formato PDF e stamparlo comodamente a casa: Lectio Divina – 16 aprile 2018

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  1. Il testo è ripreso dal sito del Vaticano: http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PVU.HTM e il commento da biblico da A. MARCHADOUR, Vangelo di Giovanni, ed. Paoline.
  2. La conoscenza nella Bibbia non è puramente intellettuale ma è un’esperienza (Os 2,22). È legame per mezzo di un’alleanza dove Dio si manifesta come amore per mezzo dei suoi benefici. Si conosce Dio essendo fedeli all’alleanza e riconoscenti dei suoi beni, l’amore.
  3. Gv 10:15 καθὼς {come} γινώσκει {conosce} με {mi} ὁ {il} πατὴρ {padre} κἀγὼ {e io} γινώσκω {conosco} τὸν {il} πατέρα {padre}: καὶ {e} τὴν {la} ψυχήν {vita} μου {mia} τίθημι {do} ὑπὲρ {per} τῶν {le} προβάτων {pecore}.
    Lc 22:19 καὶ {poi} λαβὼν {prese} ἄρτον {del pane} εὐχαριστήσας {rese grazie} ἔκλασεν {ruppe} καὶ {e} ἔδωκεν {diede} αὐτοῖς {loro} λέγων {dicendo}, τοῦτό {questo} ἐστιν {è} τὸ {il} σῶμά {corpo} μου {mio} τὸ {che} ὑπὲρ {per} ὑμῶν {voi} διδόμενον {è dato}: τοῦτο {questo} ποιεῖτε {fate} εἰς {in} τὴν ἐμὴν {di me} ἀνάμνησιν {memoria}.
    Mc 14:24 καὶ {poi} εἶπεν {disse} αὐτοῖς {-}, τοῦτό {questo} ἐστιν {è} τὸ {il} αἷμά {sangue} μου {mio} τῆς {del} διαθήκης {patto} τὸ {che} ἐκχυννόμενον {è sparso} ὑπὲρ {per} πολλῶν {molti}. (www.laparola.net)

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