"Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme!"

Messaggio di Don Gino per la IV Domenica di Quaresima

IV Domenica di Quaresima Anno A 2020

Questa domenica ci invita alla gioia, ed è un motivo particolarmente importante in questi giorni. Noi e il mondo intero stiamo vivendo un tempo difficile per la diffusione del coronavirus Covid-19. È un fatto che giustamente ci preoccupa e dobbiamo avere tutte le attenzioni affinché non si diffonda. Purtroppo però sta accrescendo una paura che porta con sé tristezza, incomprensioni e litigi per la forzata convivenza nelle mura domestiche e la sfiducia negli altri. L’invito della Chiesa ci è dato per evitare di vivere nello scoraggiamento, e a far sì che questo tempo non sia vissuto come un incubo. Inoltre non possiamo partecipare fisicamente alla Santa Messa, e questo è ulteriore motivo di amarezza, ma possiamo seguirla in televisione e tutti possiamo pregare con più calma e a favore degli altri in questo tempo.

Il Vangelo di questa domenica (Giovanni 9,1-41) ci parla di Gesù che passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Tale visione di Dio, presente anche oggi, è un’idea sbagliata ed offensiva nei Suoi confronti perché induce a pensare che il male sia colpa sua, e molti sono convinti che la pandemia del coronavirus sia un suo castigo. Ma come il Signore si comporta con bontà e misericordia verso quel cieco, così fa con noi, donandoci più coraggio e fiducia nonostante il male che c’è.

Gesù tocca gli occhi di quel cieco e lo invita ad andare a lavarsi. Quell’uomo si fida, e pur con tutta la difficoltà per camminare, subito obbedisce. Dice il Vangelo: “andò, si lavò e tornò che ci vedeva”, e questo è un modo per farci comprendere che è possibile cambiare, si tratta di metterci alla scuola di Gesù e mettere in pratica la sua Parola. La gente, dice il Vangelo, non riconosce più il cieco miracolato e gli scribi addirittura si arrabbiano con lui, fino a cacciarlo fuori dal tempio in cui quell’uomo è andato per ringraziare il Signore. Ma Gesù non lo abbandona, va a cercarlo e gli parla dicendo: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?” e questa domanda, in questo tempo di Quaresima, il Signore la pone a noi cosicché possiamo rafforzare la nostra fede in Colui che accompagna sempre la nostra vita donandoci quella fiducia e quel coraggio di cui abbiamo bisogno per essere suoi discepoli. Non addormentiamoci nel sonno dello scoraggiamento e della rassegnazione e riceviamo l’invito dell’apostolo Paolo che ci dice: “Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”.

Per confortarci in questo tempo, la Chiesa ci dona la possibilità dell’indulgenza plenaria; sono i meriti di Gesù, di Maria e dei Santi per cui il Signore ci libera dal male, o se la offriamo per un defunto gli diamo la possibilità di essere purificato nell’amore del Cristo e vivere la felicità del Paradiso.

L’indulgenza si applica a favore:

  • dei malati e coloro che sono sottoposti al regime di Quarantena, se vivranno la loro sofferenza come offerta di sé aderenti all’offerta del Cristo, seguiranno la Santa Messa per televisione e reciteranno il Santo Rosario.

  • dei fedeli che potranno venire in chiesa, avendo seguito la Santa Messa per televisione, riceveranno la Santa Comunione, reciteranno il Santo Rosario e faranno l’adorazione Eucaristica personale. Chi è impossibilitato dalla malattia e dalle continue leggi di prevenzione date dal Governo Italiano può ricevere l’indulgenza seguendo la Santa Messa per televisione e recitando il Santo Rosario in casa.

Chiaramente chi può confessarsi in questo momento lo faccia anche se non si capisce se vi è il permesso per potersi muovere fuori da casa per questo motivo, altrimenti, come ci ha ricordato Papa Francesco, si impegni a confessarsi appena possibile.

“La Beata sempre Vergine Maria, Madre di Dio e della Chiesa, Salute degli infermi e Aiuto dei Cristiani, voglia soccorrere l’umanità sofferente, respingendo da noi il male di questa pandemia ed ottenendoci ogni bene necessario alla nostra salvezza e santificazione”.

Don Gino

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